“Unire la sinistra” è il vecchio appello da Seconda Repubblica caduto in disgrazia, che talvolta qualcuno tenta di riportare in auge. Adesso è la volta di Giuliano Pisapia che propone un cartello elettorale dai contorni vaghi e sfumati, il “Campo progressista”, l’ennesima riedizione delle tante “sinistre unite” fallite. Già prima Bertinotti e poi Ferrero e Vendola provarono a inventarsi nuovi marchi da apporre all’aggregazione multiforme che chiamavano “sinistra”. Tutti questi schieramenti hanno fatto la stessa triste fine. L’ostracismo contro le ideologie, in particolare contro la teoria marxista, diede vita a una creatura deforme, la sinistra postmoderna, una fazione eterogenea, senza contorni definiti, priva di una tradizione politica – considerata un pesante…
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