Che succederebbe se l’attuale governo del Niger decidesse davvero di bloccare l’export di materie prime verso l’Occidente alle attuali condizioni? Certo, anzitutto bisogna vedere se Tchiani resta in carica o se comunque il potere non torna alla fazione filo-occidentale di Bazoum.
Ma proprio la minaccia di un intervento armato di Francia e USA, che tengono in Niger migliaia di truppe, fa risaltare subito l’ipocrisia dell’imposizione umanitaria della democrazia. E il fatto stesso di aver vagheggiato l’ipotesi di un divieto di export in particolare dell’uranio ha scosso il mercato e le prospettive future. Senza l’uranio nigerino, o comprando a prezzi maggiori, Parigi e Washington devono rivolgersi ancora di più a Mosca.
E qui c’è l’altra grande…
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