Abbiamo bisogno di complessità? Temo di si.

 

Partiamo da una parola per altro desueta ‘politichese’. Ci sono stati anni in cui questo neologismo ha fatto furore, che poi altro non era che il vecchio manzoniano ‘latinorum’. gli azzeccagarbugli divennero ‘kasta’ ma il senso era il medesimo, il popolo, ora ‘gente’, era vittima di parole e retoriche, di concetti addobbati, per essere, al fine, fregato. Il ‘politichese’ in effetti non era simpatico, ‘sempre teso…’ (cit.) a arzigogolare e suonare a predica quello che avrebbe dovuto essere un laico messaggio politico. Allora la parola d’ordine è stata semplificare, e si è talmente semplificato che ora siamo oltre il semplicismo, e s’è anche infranto il mantra, la nenia forse…
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